– Articolo di Paolo Saracini –

 

Cari amici Spinner,

anche grazie all’ospitalità di Mirko, mi fa piacere condividere con voi alcuni brevi spunti riguardanti una particolare tipologia di pesca con cui insidiare il nostro amato Bass, ovverosia con approccio” a rana”, sugli erbai.

La pesca top water in generale…. è in assoluto la mia preferita ( ma ritengo.. anche quella di molti di voi.. ), utilizzandola quando possibile anche in acqua salata per spigole, serra, barracuda, lampughe ovvero in acqua dolce oltre che per il luccio ( che a rana.. mi fa impazzire..) anche insidiando siluro, aspio, cavedano e/o comunque in quelle situazioni nelle quali un predatore…sale in superficie per regalarci emozioni impagabili.

Tornando allo specifico, per la pesca a rana del bass personalmente prediligo utilizzare una canna potente ad azione fast o ultra fast, con treccia diretta tra le 50 e 60 libbre, con frizione del mulinello completamente serrata.

Monto indistintamente imitazioni di rana con amo doppio o singolo; magari  il doppio amo        ti può astrattamente fornire una maggiore possibilità che la ferrata/incoccio vada a buon fine ma forse può essere più facile ( ahimè.. ) che alcune volte il pesci si slami poichè la forza di ferrata di distribuisce su due punti invece che su uno solo..( fermo restando che in tutte le situazioni di pesca una buona dose di “ fato”, per non dire altro…, ci vuole sempre..).

Stagioni migliori per questa tipologia di pesca a mio parere sono quelle più calde, magari nelle tarde ore della giornata, possibilmente con assenza di vento anche per riuscire a tenere meglio ferma la rana negli spazi di alga, “cd chiari”.

Così come l’attacco, con l’erbaio che si apre, mi da una vera e  propria scarica di adrenalina, la conseguente ferrata con le sue tempistiche.. non è per me…proprio semplicissima.. e come in tutte le cose sia di pesca ( ma anche di vita..) ci vuole esperienza mettendo anche in conto incazzature per le “padelle“ (multiple e spesso inevitabili…) e/o per le conseguenti slamate.

Bisognerebbe riuscire in quei momenti precedenti la potente ferrata che dovremo dare ( che poi si riducono a pochissimi secondi o addirittura frazioni..), ad avere la pazienza e il sangue freddo di percepire la partenza del filo con il pesce che, con l’esca in bocca, ha già girato la testa.

Capisco benissimo che sia decisamente più facile.. scriverlo comodamente seduti.. che metterlo in pratica nelle situazioni concrete ( che comunque speriamo ci capitino.. sempre più frequentemente..), ma riuscire a “toccare” un bass preso con questo approccio ( che per me, ripeto, non è facile per niente.. ), personalmente mi ripaga sia degli inevitabili cappotti che degli errori o comunque dei contrattempi già descritti che, in questo particolare approccio, sono da mettere in conto.

Ovviamente, tutto ciò che ho esposto sono solo spunti personali senza alcuna “pretesa di insegnamento”, anche perché nella pesca è per me fondamentale che ognuno abbia le sue personali convinzioni ed idee, frutto di esperienze soprattutto sperimentate” sul campo”.

Un caro saluto a tutti.

 

 

PAOLO SARACINI